La Nasa riapre il caso dell’Ufo di Kecksburg

Qualcosa cadde nei boschi intorno alla cittadina. Ora un tribunale impone di rendere note le carte

WASHINGTON – È uno dei misteri che appassiona maggiormente gli ufologi di tutto il mondo e a oltre 40 anni conserva intatto il suo fascino. In questi giorni la Nasa ha annunciato che effettuerà una nuova ricerca e renderà disponibili informazioni relative al presunto incidente di un Ufo avvenuto nel 1965 a Kecksburg, in Pennsylvania.
CORPO LUMINOSO – Secondo le testimonianze dell’epoca, la sera del 9 dicembre 1965 gli abitanti della città americana videro nei cieli un grande corpo luminoso di colore blu che probabilmente precipitò in un bosco della zona provocando un fragoroso rumore. Dopo l’impatto, essi affermarono di aver visto numerosi soldati armati, che recintarono meticolosamente il territorio, proibendo il transito ai civili. Inoltre altri testimoni rivelarono che nei giorni successivi alcuni ufficiali visitarono le case nei dintorni e minacciarono i residenti di tenere la bocca chiusa sulla vicenda.

METEORITE O SATELLITE RUSSO – Il governo americano ha sempre sottolineato che quella sera non accadde niente di strano. All’indomani gli esperti e la stampa locale parlarono della caduta di un meteorite o di un satellite russo. Tuttavia il governo confermò a più riprese che nella boscaglia non era stato trovato niente. In questi giorni, però, Steve McConnell, portavoce della Nasa, ha sostenuto che due scatole di documenti relative all’incidente di Kecksburg sono scomparse e ha annunciato che l’Agenzia spaziale americana riaprirà il caso cercando di fare luce definitivamente sul mistero.

NUOVA RICERCA – Chi non ha mai creduto alla versione del governo, è la giornalista Leslie Kean che quattro anni fa ha fatto causa alla Nasa appellandosi alle legge sulla trasparenza e ha chiesto a più riprese la pubblicazione dei documenti presenti nei suoi archivi sull’incidente di Kecksburg: «Per tanti anni una miriade di persone in Pennsylvania sono state avvertite dal loro governo che quello che avevano visto era una menzogna o un’allucinazione», dice la giornalista al britannico Observer. Il giudice del tribunale di Washington Emmett Sullivan non ha accettato la giustificazione della Nasa secondo cui le carte dell’incidente erano irrimediabilmente scomparse e vuole che entro la fine dell’anno siano riportati alla luce i documenti relativi all’incidente degli anni Sessanta. «Quella sera qualcosa è accaduto», sottolinea la Kean. «La Nasa fino a oggi ha fatto ostruzionismo e adesso ha l’obbligo di portare alla luce la verità che 40 anni fa tenne nascosta. È una vittoria per quei cittadini che a suo tempo non si fecero intimidire». Stan Gordon, un investigatore privato che vive nella zona dell’incidente e che sostiene senza mezze misure la teoria extraterrestre taglia corto: «Sono certo che il governo sa molto di più di quello che ha detto in pubblico».

Autore: Francesco Tortora

Fonte: http://www.tendenzeonline.info