In un dipinto del Quattrocento,
un oggetto straordinario evoluisce
sullo sfondo di una iconografia sacra.
Quando si parla di ufologia generalmente va menzionato il signor Kenneth Arnold, l’uomo che il 24 Giugno 1947 dichiarò pubblicamente di aver visto dei “dischi volanti” mentre era in volo sul Monte Rainier, Washington. Questo episodio non solo è stato. l’inizio di una lunga serie di “casi ufologici”, ma è soprattutto servito a dare inizio a uno studio approfondito del problema; studio che tra l’altro ha portato alla scoperta di numerosi reperti che fanno pensare ad una origine molto più antica, delle “manifestazioni UFO”.
Ce Io testimonierebbero le raffigurazioni di strane creature caratterizzate dall’abbigliamento assimilabile a scafandri o tute che ricordano quelli usate dai nostri moderni astronauti: dal cosiddetto “astronauta” di Palenque” ai graffiti rilevati da Aimé Michel nelle grotte francocantabriche, che mostrano strani oggetti a forma di piatto che volano lasciando dietro di sé una scia; e potremmo continuare all’infinito.
Questi ed altri reperti fanno presagire ad uno stretto legame tra l’uomo e creature estranee in vari momenti della nostra storia. Avvicinandosi al nostro secolo e all’argomento che intendiamo trattare è interessante notare come numerosi pittori, anche di una certa fama, hanno realizzato alcune opere con presumibili contenuti ufologici.
LE STRANE “NUBI OVOIDALI”
Le strane “nubi ovoidali” di Piero della Francesca e quelle più scure e lenticolari di
Masolino da Panicale (che potrebbero fare pensare a qualcosa di diverso dal fenomeno atmosferico raffigurato, in quanto somigliano moltissimo nella forma a moderne fotografie di UFO) possono anche essere interpretate come un fenomeno naturale non del tutto comune: le formazioni nebulose dette “contesse”. Tali dipinti sono già molto conosciuti dalla maggior parte degli studiosi del problema UFO mentre, sino a qualche tempo fa, non era affatto nota un’opera che, a nostro avviso, è suscettibile di interpretazioni assai meno ambigue, data l’evidenza dell’oggetto che vi appare.
Il quadro in questione è esposto nel Palazzo Vecchio a Firenze, all’interno della “Saladi Saturno”: si tratta de “La Madonna e San Giovannino”, una natività attribuita alla scuola di Filippo Lippi, pittore fiorentino del Quindicesimo secolo.
Osservando il quadro nella parte superiore destra, si rileva chiaramente la presenza di un oggetto aereo, color grigio piombo, inclinato sulla sinistra e dotato di una “cupola” o “torretta”, apparentemente identificabile come un mezzo volante di forma ovoidale in movimento. L’oggetto “misterioso” è caratterizzato dalla presenza di raggi luminosi (di colore giallo oro) che sembrano dipartire dallo scafo, sino a quasi suggerirne la direzione, vale a dire un volo dal basso verso l’alto. L’oggetto si staglia a poca distanza sulla destra del capo di una figura femminile in preghiera, la Madonna, la cui staticità, unitamente a quella delle figure e del paesaggio sullo sfondo, sono in netto contrasto con il dinamismo dell’oggetto volante. Ma c’è un altro particolare di grande rilievo: la presenza, un po’ più in basso sulla destra della Vergine, di una piccola figura, probabilmente un pastore, che osserva l’oggetto, coprendosi gli occhi con la mano destra per vedere meglio. Non solo, anche il suo cane sembra, al passare dell’oggetto, raffigurato dal pittore nell’atto di abbaiare, proprio come è accaduto in moltissimi casi di avvistamenti ufologici attuali.
COSA SI È CERCATO DI RAPPRESENTARE
Tenuto conto di tutti i fattori “anomali” e pur apparentemente correlati fra loro in questo dipinto, noi riteniamo sia da escludere che si tratti di una raffigurazione allegoricosimbolica, o mitologicomistica, o atmosferica, dal momento che nel quadro è già presente, nella parte superiore sinistra, il sole con sotto tre “fiammelle” di significato evidentemente mistico.
A questo punto dobbiamo chiederci cosa l’autore abbia voluto rappresentare, anche per il fatto che nel XV secolo non esistevano certo macchine terrestri capaci di volare. Si possono fare diverse ipotesi. Sappiamo qualcosa della personalità del Lippi, individuo per i suoi tempi abbastanza anticonvenzionale, molto impulsivo e sensibile. Occorre dunque tenere conto dei particolari commenti che su di lui sono stati fatti da numerosi critici d’arte. Vediamo, per esempio, l’annotazione che fa Piero Bargellini nel suo “Pittura fiorentina del sec. XV” a proposito del paesaggio del Lippi e della sua scuola: “Da un lato nei quadri dipinge sfondi pieni di erranti lumi, di misteriose penombre, preannunciando certe, visioni leonardesche”, e più sotto: “Filippo Lippi è un pittore espressivo, non compositivo”. Si potrebbe quindi quasi pensare a una volontà dell’autore di comunicare alla massa, attraverso una propria opera, una particolare sua esperienza visiva e di collegare tale avvenimento ad un soggetto particolarmente evocativo come la natività; concetto non privo di fascini ufologici. Accettata l’ipotesi che unirebbe tale corpo volante ad un’origine estranea, potremmo fare un’ultima osservazione riguardante la parte inferiore dell’oggetto, in cui sembrerebbero visibili delle strutture sferoidali che ci fanno ricordare per associazione determinate fotografie adamskiane. Non riteniamo comunque opportuno andare oltre con interpretazioni del genere, lasciando spazio ad altre eventuali ipotesi altrettanto valide.
Concludendo, vorremmo sottolineare che al di là di qualsiasi dissertazione. su tale dipinto e sull’oggetto raffigurato dall’autore, il problema ufologico di fatto si arricchisca continuamente di contributi interessanti, che dimostrano come il fenomeno, fin da secoli lontani, quando sia manifestato abbia sempre sollecitato la fantasia e le capacità illustrative e “meditative” (in soggetti religiosi e spiritualistici) di artisti che avevano probabilmente visto “cose nel cielo” e, dopo averle riflesse nel loro lo interiore, le avevano espresse per gli altri.
Una novità… per gli studiosi USA (n.d.r. di Notiziario UFO)
In un rapporto pubblicato negli Stati Uniti dalla “UFO Research Coalition” (composto da tre enti: Il “Cufos”: Center for UFO Studies, il “Fufor”: Fund for UFO Research e il “Mufon”: Mutual UFO Network), una natività nota come “Madonna e San Giovannino” è stata citata come unica raffigurazione antica degli UFO.
Il dipinto è di difficile attribuzione: in passato si era parlato del Ghirlandaio, di Filippo Lippi (come ancora è scritto nel volume americano), in seguito di Jacopo del Sellaio (Bernard Berenson), pittore fiorentino del ‘400 del tutto sconosciuto. Nei cataloghi di Palazzo Vecchio, a Firenze, comunque, al n. 344, il dipinto (proveniente dal dismesso monastero di Sant’Orsola) è classificato come opera di pittore fiorentino ignoto del ‘400.
Più che gli storici dell’arte, hanno dedicato una particolare attenzione al quadro gli studiosi del fenomeno UFO: tra queti l’architetto Daniene Bedini, che nella sua tesi di laurea progettò un habitat orbitale suscitando l’interesse della NASA. L’articolo di Bedini, già pubblicato nella rivista “Notiziario UFO” nel Novembre 1978, evidenziò per primo la singolare presenza di questo UFO “artistico” di cui adesso si sono accorti in America.
Fonte: Notiziario UFO n. 7 (Luglio Agosto 1996)
L’articolo di Daniele Bedini: La Madonna del disco volante.