Fissare un punto fuori dalla finestra potrebbe essere il modo migliore per far nascere nuove idee.
Ma non è solo l’oziare e il sonnecchiare a scatenare nuove idee. Anche le passeggiate e i viaggi sono i momenti in cui si manifestano le nuove idee.
Ma non è solo oziare e sonnecchiare che fa nascere nuove idee. Camminare e viaggiare sono anche i momenti in cui le idee si manifestano.
Si racconta che il matematico greco Archimede fosse nella vasca da bagno quando ebbe la sua epifania sulla teoria del galleggiamento.
Presumibilmente fu l’osservazione del proprio corpo che galleggiava nell’acqua a far scattare l’idea che il peso di un oggetto può essere determinato misurando la quantità d’acqua che sposta.
Eureka!ʺ avrebbe gridato, prima di saltare fuori dalla vasca e correre nudo per le strade di Siracusa.
A parte le striature, le idee sono state la scintilla di molte scoperte scientifiche nel corso dei secoli. La più famosa è forse quella di Sir Isaac Newton, che ha capito la legge di gravità dopo che una mela gli è caduta in testa mentre era seduto a rilassarsi sotto un albero.
Anche i sogni, di tanto in tanto, sono stati il terreno di coltura di idee su scoperte scientifiche. Dopo tre giorni di intensa riflessione, Dmitri Mendeleev ebbe l’idea della tavola periodica mentre sognava. August Kekule scoprì la struttura chimica del benzene sognando un serpente che si mangiava la coda.
Nel 1905, mentre era su un tram a Berna, in Svizzera, si scatenò una “tempesta” nella mente di Albert Einstein, che lo portò alla teoria della relatività. Circa 18 anni dopo, l’idea delle reazioni nucleari a catena – e di conseguenza della bomba atomica – venne a Leo Szilard mentre aspettava a un semaforo di Londra.
Pensiero, relax e nuove idee
Che cosa c’è nel rilassarsi che fa sì che si verifichino le idee? La cosa più evidente di queste scoperte è che sono avvenute tutte mentre gli scienziati non erano al lavoro.
Secondo le teorie psicologiche, la mente ha bisogno di periodi di rilassamento per permettere alla creatività di fluire.
Ma naturalmente non è così semplice fare una passeggiata per fare la scoperta del secolo. C’è un altro fattore importante in gioco: il duro lavoro e la riflessione profonda.
Tutte le idee citate sono arrivate dopo lunghi periodi di intenso lavoro sull’argomento. Archimede si era scervellato per giorni per capire come calcolare la quantità d’oro nella corona di Heiro. Nel frattempo, Kekule stava sonnecchiando alla sua scrivania dopo una giornata particolarmente faticosa quando sognò la struttura del benzene come un ouroboros.
Come ci riferisce il dottor Alfonso D’Auria fondatore del portale Psicologodibase.com “non esiste una formula segreta per indurre idee (che noi conosciamo), ma la combinazione di duro lavoro e duro relax sembra essere un tema ricorrente” tanto che, secondo più studi condotti negli ultimi anni, le attività migliori per stimolare nuove idee sono quelle ʺmindlessʺ che coinvolgono ma non annoiano, come camminare, fare la doccia o lavorare a maglia, piuttosto che guardare un video noioso o fare doomscrolling sui social media.
Il vagabondaggio della mente, non la noia, stimola nuove idee
Secondo gli esperti, i movimenti ripetitivi delle attività aiutano la mente a vagare e a creare connessioni libere tra le idee. Lo stesso vale per le passeggiate, che secondo Aristotele, William Wordsworth e Friedrich Nietzsche erano il momento migliore per pensare.
La mente di Newton vagava mentre si rinfrescava sotto un albero a Cambridge: una mela lo colpì in testa, scatenando le idee sulla legge di gravità.
La psicologia delle idee
Le idee non riguardano solo le scoperte scientifiche. Tutti noi, di tanto in tanto, abbiamo dei momenti di illuminazione e delle idee sulla nostra vita, che si verificano più o meno come quelle di questi grandi pensatori.
Magari siamo al supermercato o sotto la doccia, e poi bam! Una realizzazione viene da dentro di noi e ci coglie con un cambiamento.
Sono psicologi come Carl G. Jung ad avere una spiegazione in merito. Jung ha descritto le idee in termini di comunicazione tra inconscio e conscio.
Le idee, ha detto, sono il “conosciuto non pensato”. In altre parole, sono cose conosciute nel profondo del nostro subconscio a cui non abbiamo mai pensato consapevolmente. Le idee, ha detto, sono momenti rari in cui la mente inconscia irrompe nella coscienza.
I fenomeni non sono pianificati, non sono programmati; appaiono e basta. Inoltre, appaiono senza il nostro controllo.
Sebbene non si possa imporre che le idee avvengano, uno degli obiettivi fondamentali della psicoterapia è imparare a permettere alla mente inconscia di irrompere nel pensiero cosciente. Secondo Jung, ciò significa liberarsi dal controllo dell’ego sull’inconscio.
Qualunque sia la ragione, la combinazione di pensieri intensi seguiti dal rilassamento può essere il modo migliore per entrare in contatto con l’inconscio o per fare la prossima grande scoperta scientifica.